Ormai è chiaro a tutti, qualsiasi sia la ripartenza dobbiamo considerare un modo diverso di trattare la nostra mobilità. I motivi sono tanti e tutti hanno solide motivazioni: miglioramento della salute, riduzione dei tempi di trasferimento, riduzione degli agenti inquinanti, riduzione dei costi, diversa ripartizione degli orari di lavoro.
Una specie di rivoluzione epocale che deve far capire a tutti che non si può fare tutto con l’unica discriminante del costo. Dietro a quel costo “istantaneo” che viene indicato in prima battuta si nascondono una quantità di costi indiretti e nascosti che possono essere visti solo a posteriori, spesso a molta distanza di tempo.
La nostra promozione di un modello di trasporto alternativo è il motivo trainante della nostra azione associativa perchè siamo convinti che il trasporto possa essere il vero cambio di marcia. Per questo analizziamo tutto quello che fanno gli altri territori e cerchiamo di aggiornare le amministrazioni locali che adesso corrono dietro a tante altre emergenze cercando di riassumere le best practice di altre aree.
Proprio in questi giorni, facendo la quotidiana analisi, ci siamo imbattuti in un grande lavoro di Bikenomist rivolta alle amministrazioni con indicazioni generali, specifiche per la realizzazione di piste ciclabili di emergenza, riqualificazione delle sedi stradali e dei parcheggi, comunicazione della variazione della viabilità e tanti altri elementi utili.
Sicuri di aver interpretato il messaggio degli estensori del lavoro, lo pubblichiamo integralmente. Altre indicazioni sono disponibili su
Nel corso della pandemia di Covid-19 sono state fatte una serie di correlazioni tra il 5G e la diffusione del virus. Tecnicamente non ci sono evidenze scientifiche che giustificano questo collegamento ma il fatto di incrementare ulteriormente l’esposizione delle persone ad un ulteriore gamma di frequenza non è di certo salutare. Quindi qui non si parla tanto di questa nuova frequenza ma dell’incremento di ponti radio. Le domande sono: riteniamo davvero che una nuova tecnologia sia veramente necessaria per connettere tutti i dispositivi? E’ questa la strada che vogliamo percorrere con costi molto importanti per la collettività per migliorare il nostro stato di comfort potenziale?
Il Decreto Cura Italia approda in aula e sono ore cruciali per le sorti del 5G nel nostro Paese. Come da calendario, il 21 aprile, spazio agli emendamenti per votare a Montecitorio la fiducia, molto probabilmente entro fine settimana. Relatrice del Cura Italia alla Camera dei Deputati sarà l’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
Sotto i riflettori è finito, in particolare, l’art 82 del Decreto, rubricato “Misure destinate agli operatori che forniscono reti e servizi di comunicazioni elettroniche“.
Secondo l’ISDE Italia l’articolo 82 sottende una manovra di lancio per il 5G
Molto ferma la posizione dell’ISDE Italia, che vede l’articolo 82 del Decreto Cura Italia come una vera e propria manovra di lancio del 5G.
In una nota, l’Associazione Medici per l’Ambiente , denuncia l’accelerazione del programma di realizzazione del 5G in Italia, favorita dall’articolo 82. Riportiamo i punti salienti della nota-denuncia.
Concessione di un potere illimitato alle multinazionali delle telecomunicazioni
La nota dell’ISDE inizia così: “In riferimento al Consiglio dei Ministri del 16 marzo 2020, che ha approvato il decreto-legge Cura Italia recante misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per imprese, lavoratori e famiglie connesse all’emergenza sanitaria Covid-19.
Tra “le pieghe di questo provvedimento” risulta l’articolo 82 dove si autorizzano le Compagnie di Telecomunicazione allo …”svolgimento di ogni utile iniziativa per potenziare le infrastrutture di comunicazioni elettroniche” . Tale autorizzazione assume il significato che si sta concedendo un potere illimitato alle multinazionali delle telecomunicazioni che non potrà che facilitare la realizzazione del programma 5G“.
L’appello degli scienziati e dei medici sulla pericolosità del 5G
La nota dell’ISDE ricorda l’appello degli scienziati per le moratorie del 5G alla Commissione Europea, sottoscritte da 164 scienziati e medici e 95 organizzazioni non governative secondo i quali il 5G aumenterà l’esposizione a radiazioni da radiofrequenza oltre a quelle già in uso del 2G,3G,4G,wi-fi, con un conseguente rischio per la salute umana e per l’ambiente.
La violazione del codice di Norimberga
Nella nota l’ISDE ricorda che qualsiasi sperimentazione sull’uomo senza consenso rappresenta una violazione del Codice di Norimberga , ricordando come ad essa risultino già stati depositati esposti basati su tale ultima considerazione presso le competenti autorità sovranazionali proprio in ambito di inquinamento da standard 5G.
l principio di precauzione
Appellandosi proprio al principio di precauzione, l’ISDE rinnova la richiesta di moratoria avanzata a più riprese, richiedendo di non promuovere l’utilizzo del 5G su ampia scala sino a quando non saranno effettuati studi indipendenti che documentino in maniera esaustiva l’assenza di effetti biologici avversi per la salute umana o ricadute comunque negative per altre forme di vita (es. insetti impollinatori) o l’ambiente della suddetta tecnologia e sino a quando non si rendano disponibili strumenti tecnici e normativi adeguati alla tutela della salute pubblica.
Le scelte del Vaticano
Con grande lungimiranza, già nel 2017 Papa Francesco aveva spento le ultime antenne ad onde corte di Radio Vaticana per posizionarsi su altre frequenze e canali web molto meno impattanti sulla salute degli abitanti. Ma il Vaticano aveva già proceduto a dismettere progressivamente dal 2007 l’impianto di Galeria di Roma. Vale la pena di ricordare che Papa Bergoglio ricevendo monsignor Dario Viganò, Prefetto della segreteria per la Comunicazione, la persona alla quale ha affidato l’intero maxi progetto, lo ha incoraggiato ad andare avanti, a fare presto, a perseverare. La riforma delle comunicazioni è vitale per il futuro. «Non dobbiamo avere paura della riforma che non è imbiancare le cose, organizzarle in un altro modo. Non lasciamoci vincere dall’attaccamento a un passato glorioso, piuttosto facciamo vivere il gioco di squadra». Se necessario si può usare persino «un po’ di violenza buona». Come dire che nella ristrutturazione di un settore cruciale è bene non indugiare troppo. Il tempo è prezioso. Grande prova di lungimiranza…
L’orchidea è un fiore che rallegra tutti gli ambienti della casa; si può tenere anche in camera da letto poiché durante la notte rilascia ossigeno (nella foto di apertura una splendida immagine di orchidea selvatica).
Questo flusso di ossigeno è benefico e salutare per l’uomo e riduce il rischio di attacchi di panico, ansia e insonnia. In particolare le orchidee di Dendrobium spogliano l’aria di xilene e altri solventi chimici che inconsapevolmente inaliamo per l’uso di detergenti, scarichi e scarti di pittura in casa.
Le orchidee inoltre riducono lo stress! Innumerevoli ricerche hanno confermato che i fiori, come le orchidee, hanno effetti emotivi positivi.
Secondo l’ultimo studio dell’Università della North Florida, un enorme 68% delle persone ha confessato di essere stressato su base settimanale, il 32% afferma di essere stressato ogni giorno e il 25% di questi intervistati erano donne.
Le donne che vivevano e ricevevano fiori erano in grado di abbassare significativamente i livelli di stress e trasformare il loro umore in una disposizione felice e positiva.
Un po’ di storia…
Le orchidee sono tra le piante più antiche del mondo: la loro nascita si colloca a circa 65 milioni di anni fa. Alcuni resti sono stati rinvenuti sul Monte Bolca presso Verona.
Il loro nome si deve a Teofrasto, filosofo dell’antica Grecia che scrisse un trattato botanico dal nome “De Historia Plantarum”. In questo trattato parla di alcune piante che avevano due tubercoli rotondeggianti alla base delle radici…. da qui il nome “Orchis“, che in greco antico significa testicoli.
Si deve però arrivare al XI secolo, per trovare il primo vero e proprio trattato di coltivazione delle orchidee pubblicato in Cina.
I cinesi amavano e amano molto questo fiore tanto da essere associato alle loro feste di primavera. Inoltre ritengono che avere un’orchidea in casa possa allontanare gli spiriti maligni.
Utilizzi del passato
In passato i tuberi radicali venivano bolliti, seccati e macinati per ottenere una farina simile alla fecola, chiamata salep.
Ricca di amidi e zuccheri, si credeva che avesse effetti benefici per la cura dell’infertilità sia maschile che femminile. Infatti i tuberi radicali hanno la forma degli organi riproduttivi maschili.
Inoltre veniva usata anche come emolliente, consigliata per le infiammazioni delle mucose e per la diarrea infantile. Nonostante oggi sia confermato che i suoi effetti terapeutici siano nulli, in passato le venivano attribuite anche elevate potenzialità antispasmodiche.
Come prendersi cura di un’orchidea?
L’orchidea di solito viene posizionata, insieme a un po’ di terreno, in un vasetto di plastica con dei fori sottostanti. Alcune volte esso non è visibile perché è nascosto dentro vasi di ceramica e altro materiale per abbellimento.
Il vasetto di plastica è importante perché contiene le radici dell’orchidea…. quando un’orchidea ha bisogno di acqua le radici sono argentee, altrimenti sono verdi.
L’orchidea generalmente va innaffiata per immersione una volta a settimana, posizionando l’orchidea con il suo vasetto di plastica in un recipiente contenente acqua.
Quando il colore delle radici è verdastro vuol dire che hanno ricevuto la quantità sufficiente di acqua.
È inoltre buona norma tenere le orchidee in una stanza della casa che sia raggiunta da molta luce… per loro è fondamentale. Attenzione però ai raggi diretti del sole!
Se la camera da letto è molto luminosa non aver paura di posizionare lì le tue orchidee…. infatti durante la notte non sottraggono ossigeno, anzi ne rilasciano una quantità sufficiente per migliorare la qualità del tuo sonno.
Leggi anche: Un buffa orchidea….un orchipupazza…
VARIETA’ DI ORCHIDEE FACILI DA COLTIVARE
Orchidea phalaenopsis
Tra le varietà di orchidee facili da coltivare, la Phalaenopsis è l’orchidea per eccellenza. I fiori sono di grandi dimensioni e i colori vanno dal tradizionale bianco al rosa, rosso, giallo, arancione, verde e viola intenso.
Per lei è sufficiente una media esposizione solare e un’ innaffiatura per immersione una/due volte a settimana a seconda della stagione.
Orchidea dendrobium
A differenza della precedente, questa varietà predilige l’irradiazione solare piena che le permette una fioritura di circa un mesetto.
Anche in questo caso l’irrigazione va effettuata solo nel caso in cui le radici aeree della pianta siano completamente asciutte, quindi una volta ogni settimana.
Orchidea paphiopedilum
Anche se meno affascinante delle seguenti, la Paphiopedilum rientra tra le orchidee più facili da coltivare. Ha bisogno di poca luce (va quindi collocata in penombra) e va innaffiata solo quando il substrato è completamente asciutto.
Orchidea oncidium
Detta anche “orchidea ballerina” per via della forma dei suoi fiori, è tra la varietà di orchidea che necessità di più luce. Va tenuta quindi in casa in stanze molto luminose. La sua fioritura è abbondante e i fiori hanno colori molto vivaci.
Strategie di impollinazione delle orchidee
L’impollinazione è molto importante per completare il ciclo riproduttivo della pianta.
Per questo molti fiori, come le orchidee, attraggono insetti e alcune volte uccelli per raggiungere il loro obiettivo. Un ruolo fondamentale viene svolto dalla fragranza del fiore…infatti gli insetti impollinatori hanno un apparato olfattivo più sviluppato di quello umano e vengono maggiormente guidati dagli odori.
Le sostanza odorose vengono sintetizzate a livello di piccole ghiandole (chiamate Osmofori) con secrezioni leggere molto volatili.
Alcune orchidee riescono ad elaborare le sostanze odorose facendole assomigliare ai feromoni, l’ormone che gioca lo stimolo chimico-sessuale degli animali.
Solamente la metà delle orchidee hanno un odore percettibile per l’uomo, mentre gli insetti percepiscono gli odori di quasi tutte le specie di questa grande famiglia.
Un ruolo importante viene poi offerto dalla forma del fiore.
All’interno delle orchidee un petalo è modificato in modo da attrarre l’insetto, esso viene quindi chiamato labello.
L’insetto intrigato dal labello segue un percorso sul fiore che lo porterà ad impollinarlo.
Questa strategia è molto utile per la pianta che viene così fecondata, ma non lo è per l’insetto che se ne va (quasi) a mani vuote. Infatti le orchidee non contengono molto polline.
In 72 ore dall’ideazione alla realizzazione del prototipo, già testato e pronto per l’uso. Sono i respiratori capaci di collegarsi a due persone invece che una, che la Regione Emilia-Romagna sta per ordinare e utilizzare per far fronte all’emergenza.
“E’ come moltiplicare i pani e i pesci”, ha spiegato il commissario per l’emergenza, Sergio Venturi, rivelando che l’idea è venuta a un team guidato da Marco Ranieri, esperto di rianimazione, e subito realizzata da un’impresa di Mirandola: “Hanno costruito il primo prototipo, che è già al Sant’Orsola di Bologna: l’hanno testato e funziona.
Nei prossimi giorni saremo in grado di ordinarli e naturalmente andranno per primi a Piacenza e Parma, che sono i territori più in difficoltà”. Per Venturi, “si tratta di una notizia formidabile che ci riempie di orgoglio: molti, anche chi ci guardava con scetticismo, ci riconoscerà quello che siamo stati capaci di fare”.
Entusiasta la reazione del governatore Stefano Bonaccini: “72 ore per realizzare un circuito innovativo che permette di utilizzare un ventilatore polmonare per più pazienti contemporaneamente. Uno strumento messo a punto da un’azienda di Mirandola, nel distretto biomedicale modenese, che potrebbe rivelarsi fondamentale per moltiplicare i posti letto in terapia intensiva.
E’ già stato testato all’ospedale Sant’Orsola di Bologna e funziona” ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, a proposito del progetto messo a punto dalla Intersurgical. “Già nei prossimi giorni – prosegue – ordineremo quelli necessari e i primi saranno inviati nelle province dove la situazione è più critica.
E’ davvero una notizia straordinaria, che dice tanto della nostra terra. Ci siamo sempre rialzati, e lo faremo anche questa volta.
Riceviamo da Daniele, del nostro gruppo di WhatsApp, questa informazione importante per chi vuole intraprendere una professione medica militare facendo qualcosa di importante per il nostro paese in un momento così convulso e triste.
Di seguito il bando di arruolamento che scade tra pochi giorni, con procedura d’urgenza, il 25 marzo 2020.